DR.SSA CECILIA COPELLI

Chi sono

Mi chiamo Cecilia Copelli, sono psicologa iscritta all’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-

Romagna e istruttrice di interventi basati sulla mindfulness.

 

Mi sono formata in psicologia clinica presso l' Alma Mater di Bologna, l' Universidad

Complutense di Madrid e l' Università degli Studi di Padova, dove ho concluso il percorso

universitario.

 

Successivamente, spinta dal desiderio di ampliare i miei orizzonti umani e professionali,

ho fatto alcune esperienze lavorative e di formazione negli ambiti della psicologia dell’età

evolutiva, transculturale e come istruttrice di mindfulness.

 

Nel 2018 assieme ad alcuni colleghi abbiamo creato lo studio Contatto, pensandolo come

uno spazio dedicato al benessere psico-fisico, qui oltre all' attività di consulenza e

sostegno psicologico conduco percorsi di consapevolezza basati sulla mindfulness.

 

Lavoro nell' ottica dell' accoglienza della persona nella sua totalità e unicità, prestando

particolare attenzione all’integrazione tra mente e corpo.

 

Attualmente sto concludendo la specializzazione in psicoterapia presso l' Istituto di Gestalt

HCC Italy.

 

Per maggiori informazioni visita il sito www.ceciliacopelli.it 

Contatti

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Di cosa mi occupo

Lavoro con adulti e bambini in età scolare nei seguenti ambiti:

  1. PROBLEMATICHE PSICOLOGICHE:
  • disturbi d'ansia (attacchi di panico, fobie, ansia generalizzata, problemi da stress acuto);
  • disturbi dell'umore (calo significativo dell'umore, umore instabile);
  • problematiche del comportamento alimentare;
  • disturbi psicosomatici;
  • disturbi dell'adattamento e difficoltà legate alle differenze cultural

 

 

  1. DIFFICOLTA' LEGATE A MOMENTI PARTICOLARI
  • disagi legati a particolari fasi della vita (separazioni, trasferimenti, pensionamento, malattie, scelte scolastiche e professionali);
  • esperienze traumatiche.

 

 

  1. PROMOZIONE DEL BENESSERE PSICOLOGICO
  • Difficoltà relazionali (in famiglia, al lavoro, con amici);
  • Problematiche esistenziali o legate alla propria identità;
  • Problematiche legate all’autostima;
  • Disagi nella gestione delle emozioni;
  • Aumento della consapevolezza e crescita personale.

Orientamento

"Ogni vita merita un romanzo."

E. Polster

 

 "Il compito dello psicoterapeuta, contrariamente ad un diffuso malinteso, non è affatto quello di «trovare» cos'è che non va nel paziente per poi poterglielo «dire». Altri glielo «avevano già detto» per tutta la sua vita e, nella misura in cui ha accettato le parole altrui, egli stesso «se lo diceva». [...] Il lavoro dello psicoterapeuta non consiste nemmeno nell'imparare delle cose riguardo al paziente per poi insegnargliele, bensì insegnare al paziente come imparare ciò che concerne se stesso. Questo significa che il paziente deve diventare direttamente consapevole di come realmente funzioni in quanto organismo vivente; e questo avviene sulla base di esperienze concrete e non verbali". Fritz Perls

 

La psicoterapia della Gestalt è un metodo psicoterapico post-analitico che integra modelli corporei, esperienziali, del profondo, di gruppo e familiari. E' una terapia sperimentale, piuttosto che verbale e interpretativa, dove lo psicoterapeuta porta l'attenzione al concetto di salute e di risorse della persona.

 

Secondo questo approccio, ciò che cura non è la comprensione razionale e quindi il controllo del disturbo, quanto l’aiutare il paziente a vivere pienamente rispettando la propria innata capacità di regolarsi nella relazione.

 

Questo avviene tramite la capacità del terapeuta di creare un contesto in cui il paziente possa sviluppare la propria integrità. Questo lavoro non si traduce  nella tecnica esercitata da una persona esperta su un’altra persona che chiede aiuto, è invece la co-creazione di un confine di contatto (esperienza di contatto) in cui i valori, le personalità, l'umanità di entrambi, giocano un ruolo fondamentale. È la "danza" che il terapeuta e il paziente creano per ricostruire il ground su cui poggia la vita di relazione, il senso di sicurezza nella terra e nell’altro, e quindi il lasciarsi andare nell’intimità.

 

Lo scopo ultimo della relazione terapeutica è che il paziente si senta interessato alla vita, con il permesso di essere creativo nel gruppo sociale di cui fa parte (Polster, 1988; Spagnuolo Lobb- Amendt Lyon, 2003).

 

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